Si può discutere su molte cose nel calcio, ma non sui numeri. Soprattutto se sono numeri da record assoluto. La giornata finale della “Regular Season” regionale ha incastonato nella storia un nuovo primato, anzi due. Protagonista dell’impresa la Vigor Milano del presidente-allenatore Giovanni Esposito, che ha sfondato il cancello dei campionati Elite con uno score senza precedenti dalla riforma campionati della stagione ’19-’20. 25 vittorie, 1 solo pareggio (il 30 ottobre contro l’AlbinoGandino), nessuna sconfitta. 131 i gol segnati, 16 quelli subiti: una marcia trionfale in un girone, quello milanese-bergamasco, notoriamente tra i più tosti. Statistiche che diventano ancora più impressionanti se si considera tutto l’ultimo biennio dei 2008, e si aggiunge al dato anche il titolo provinciale assoluto conquistato giocando sotto età. In totale fanno 42 vittorie, 128 punti per marchiare a fuoco il calcio lombardo con il simbolo dell’aquila biancazzurra.
L’esultanza del 2022 per i titolo provinciale, vinto sotto età contro i 2007
Ma parlavamo di due record, uno di squadra, l’altro del singolo. Nessuno ha mai tenuto il passo della Vigor nei campionati regionali, come nessuno ha mai segnato quanto Nicolò De Luca, autore di 51 gol in 25 presenze; una media di oltre due reti a partita, praticamente uno ogni mezz’ora. De Luca è stato il terminale perfetto di una squadra che gli avversari stessi hanno definito “da Playstation”; un gruppo che ha saputo rinnovarsi e migliorarsi anche dopo partenze importanti. Perché il segreto del successo, in fondo, sta proprio lì; riuscire a far sì che l’idea calcistica resti, che il livello non cali anzi se possibile migliori, indipendentemente dai singoli calciatori.
«La stagione era cominciata con qualche incognita – racconta Esposito -. Galli, Quaggia e Curreli erano partiti, Galbiati alle prese con un lungo infortunio, praticamente quattro titolari in meno. Sono arrivati però ragazzi come Neli, Olio, Segantini, più avanti Bel Magtouf; si è creato un gruppo che credeva fortemente in ciò che stava facendo, e abbiamo potuto contare su una rosa più completa, che ci ha permesso di sopperire sempre alla defezioni che strada facendo abbiamo avuto».
Quando ci si trova davanti a un cammino così netto il rischio può essere quello di banalizzare la vittoria: «Io credo che squadre come la Fiorente Colognola, o anche la Trevigliese vista all’andata contro di noi, avrebbero potuto tranquillamente puntare all’élite per capacità tecniche e fisicità. Soprattutto al ritorno, poi, i valori del campionato erano chiari – prosegue Esposito – e tutte le avversarie erano “assatanate” nel provare a fermarci. Fare delle trasferte nel bergamasco alla domenica mattina presto non è inoltre cosa da poco sotto il profilo dell’impegno».
Ma quanto è forte davvero questa Vigor? «Sono convinto che già quest’anno avremmo potuto competere anche per la vittoria in élite. L’auspicio, ora, è che in virtù delle buone graduatorie e di tutti i parametri che abbiamo a favore, questo gruppo di 2008 possa giocare nella prossima Under 16 regionale. La prerogativa dei settore giovanile scolastico dovrebbe essere quella della meritocrazia. Devi premiare chi performa, non la società. E se dei ragazzi riescono a conquistare una categoria, dovrebbero essere loro stessi a goderne. Dovrebbe essere un diritto, che darebbe sicuramente più pepe ai campionati, e non andrebbe a vantaggio solo delle grandi storiche che possono permettersi di avere tutte le categorie ad alti livelli. Dal canto nostro c’è tanta voglia di arrivare a confrontarci direttamente contro di loro. L’asticella si sta alzando ma questo è il credo per cui lavoriamo: dare a istruttori e ragazzi l’opportunità di misurarsi sui massimi palcoscenici».
Sulla stagione da record di De Luca: «È un ragazzo che già lo scorso anno aveva fatto bene, ma che quest’anno si è consacrato grazie a una maturazione e a una presa di coscienza dei suoi mezzi. Mi piace girare e vedere tante partite anche a livello professionistico, per capire qual è il livello e di conseguenza quali prospettive possono avere i miei giocatori. Devo dire che ho visto molti centravanti molto più strutturati di lui, ma che non attaccano la profondità e soprattutto non hanno il suo senso del gol. Davanti alla porta è molto difficile che sbagli».